Alluce rigido a Perugia

L’alluce rigido è caratterizzato da una artropatia degenerativa dell’articolazione metatarso-falangea dell’alluce con dolore, notevole rigidità e conseguente limitazione del movimento.
Questo provoca dolore intenso ad ogni tentativo di mobilizzazione dell’articolazione, soprattutto nella flessione dorsale con difficoltà ad utilizzare calzature con il tacco, accucciarsi, mettersi in punta dei piedi, fare le scale.

Le cause sono da ricondurre a microtraumi ripetuti sull’articolazioni metatarso-falangee, calzature incongrue. Questa patologia è frequente anche nei giovani e negli uomini (a differenza dell’alluce valgo che colpisce più frequentemente il sesso femminile) e negli atleti che praticano attività sportive con movimenti ripetitivi. La patologia è notevolmente invalidante: l’alluce si presenta senza particolari deviazioni, rigido, doloroso con una caratteristica tumefazione dorsale sulla testa del primo metatarso, “dorsal bunion” o “cipolla dorsale”.

Il trattamento in attesa di intervento prevede l’uso di calzature comode, con tacco basso, ed esercizi di kinesiterapia.
Il trattamento in ogni caso è prevalentemente chirurgico e dipende dallo stadio della malattia.
Nei casi più lievi si va dalle osteotomie di resezione delle sporgenze ossee con decompressione dell’articolazione dell’alluce, fino alle osteotomie più complesse, alle sostituzioni protesiche ed infine all’artrodesi.

Noi preferiamo, nei casi di media gravità, le osteotomie di decompressione articolare, con accorciamento e sottrazione di 2-3mm, stabilizzate con una vite; l’obiettivo è quello di ridurre la sintomatologia dolorosa, ridare motilità e conservare l’articolazione rispettando i parametri fisiologici. Grazie a questa tecnica mini-invasiva da noi personalizzata abbiamo avuto un ottimo riscontro da parte dei pazienti. I risultati sono stati anche pubblicati su una delle principali riviste scientifiche al mondo specializzate nella chirurgia del piede e della caviglia (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26187719).

Nei casi più avanzati tuttavia questo intervento potrebbe non essere sufficiente (fondamentale è la corretta diagnosi); in questi casi utilizziamo la sostituzione protesica della testa del primo metatarso: intervento efficace con buoni risultati, sempre con l’obiettivo di togliere il dolore e ridare motilità all’articolazione. Nei casi ancora più avanzati l’osteotomia a cerniera o l’artrodesi possono rappresentare un’ulteriore arma. Nel primo caso con sacrificio articolare solo della parte dorsale per ridurre il dolore e mantenere una parte del movimento. Nel caso dell’artrodesi invece l’obiettivo è di togliere il dolore ma con sacrificio completo dell’articolazione.
Data la complessità del tema trattato, l’approccio va sempre personalizzato in base allo stadio della patologia e alle richieste funzionali del paziente, per ottenere il miglior risultato possibile!


Osteotomia di sottrazione per decomprimere articolazione

 

Pre-operatorio con notevole artrosi
della prima articolazione metatarso-falangea

 

Risultato dopo osteotomia decompressiva

Risultato dopo 2 anni.
Buona dorsiflessione attiva e ottimo recupero funzionale